In questa sezione del sito sono riportate tutte
le poesie in dialetto di Basaluzzo scritte da Adolfo Bottazzi. A
causa della mancanza di tempo, le pubblico nel modo in cui furono
scritte dal loro Autore, senza adeguarle quindi alle regole di scrittura
dialettale presentate in questo stesso sito. Adolfo Bottazzi aveva
in animo di pubblicare un giorno una raccolta di queste sue poesie,
di cui aveva già scritto l'introduzione. Eccola.
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Le poesie
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Ai lettori
Lungi dal voler arrecare offese alle poche persone che si citano
in questo libro, tutte ormai scomparse, ma serbando per le stesse
un caro e gradito ricordo, ho voluto per la prima volta nella
inesistente storia letteraria del nostro paese imprimere queste
impressioni per i Basaluzzesi convinto di fare loro un gradito
dono. Nelle favole che da bambini abbiamo avidamente ascoltato
nelle lunghe serate invernali, favole piene di care suggerenze
che ci riempiono di nostalgici ricordi, sono apparse delle poesie
create dalla fantasia popolare e che purtroppo per non essere
state mai scritte né stampate, sono oggi sconosciute ai
giovani. Chi non ricorda quei lumicini ad olio che spandevano
nelle stalle una luce giallognola che disegnava i visi come fantastiche
apparizioni e quei vecchi di allora che prima della preghiera
serale raccontavano ai bimbi e alle donne le più strane
leggende, cospargendole di piacevoli aneddoti e frasi basaluzzesi?
Si componevano di scherzi, motti, diavolerie, birichinate, storielle
che cominciavano sempre con la tradizionale frase: "Ina
vota u ghera in om
.". E quante poesie che
ora mi sfuggono e di cui ricordo appena un brano che si riferisce
ad uno scherzo organizzato da una comitiva vestita con gli abiti
della confraternita, alle undici di notte, sfila davanti ad una
capanna dove si trova un uomo che dorme e con la candela in mano
accesa pronuncia con voce lamentevole:
"Quand'era viv a pasava da chi
adés ca son mort ag pas asì
se u santé un m'angàna
a branc Giuanéin ch'lé n'tra cabàna"
le storielle e favolette di questo libro in parte autentiche ed
in parte create non hanno parentela con quelle a cui mi riferisco
e che avrei ben volentieri riportato se la memoria non mi tradisse.
Avrei sommo piacere se in ogni famiglia fosse introdotto e divulgato,
anche presso i lontani parenti, questo modesto volumetto che resterà
come uno dei documenti dell'epoca ormai trascorsa con accenni
a fatti e cose di cui sono oggetto persone scomparse da poco tempo
e che hanno apportato alla modesta vita basaluzzese una nota gaia
e un sorriso che si allontana nel tempo per diventare una voce
sepolta in fondo al cuore.
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