7.
La battaglia che si svolse il 15 agosto 1799 tra Basaluzzo, Novi
e Pasturana
Armata francese
L'armata francese sotto gli ordini del Generale Joubert era divisa
in due corpi. Quello di destra comandato dal generale Saint-Cyr
formante due divisioni sotto gli ordini dei generali Watrin e Laboissière
occupava le sboccature di Genova e Novi, era forte di circa quindici
mila uomini. Quello di sinistra sotto gli ordini del generale Pèvignon
composto egualmente di due divisioni comandate dai generali Gruchi
e Lemoine guardava le vallate della Bormida e dell'Orba. Il resto
dell'armata occupava le riviere di Levante e di Ponente, il colle
di Tenda e la città di Genova.
Posizioni tenute dai francesi
Il generale in capo Joubert il cui progetto era di sbloccare Tortona,
si decise di tentare la riunione dell'armata di Novi. Portossi al
capo dell'ala sinistra, e si recò da Savona per la vallata
Bormida sopra Acqui e Capriata ove vi lasciò due mila uomini
per assicurare le sussistenze, e giunse alla sera del quattordici
agosto sopra le alture di Novi e Basaluzzo, ed appostò la
sinistra a Pasturana, appoggiando la destra alla sinistra del generale
Saint-Cyr, che vi era arrivato lo stesso giorno nelle prime ore
della mattina. La sua diritta appoggiava alla Scrivia. Un piccolo
corpo di truppe sotto gli ordini del generale Dombrowshy, assediava
il forte di Serravalle. E le truppe dell'ala sinistra come già
osservammo si trovavano alla sinistra sul territorio di Basaluzzo
sulgli alti di Sant'Antonio. Così la linea tenuta dall'esercito
Francese si distendeva dalla Scrivia all'Orba.
Posizioni tenute dagli Austro-Russi
L'armata Austro-Russa ricevette nello stesso giorno 14 Agosto le
truppe reduci dall'assedio di Mantova ed era tutta riunita e presa
le seguenti posizioni. La sua diritta a Fresonara ed a Bosco, il
suo centro a Pozzolo, la sinistra su Tortona e la riserva a Rivalta
Scrivia. La di lei forza ascendeva a circa quarantotto mila uomini
di Fanteria, e a diecimila di Cavalleria. L'ala diritta sotto gli
ordini dei generali Kray e Bellegarde, forte di circa ventiduemila
di Fanteria Austriaca, venne la sera del quattordici (vigilia del
fatto d'arme) ad appostarsi in faccia del corpo del generale Perignon
il quale si trovava sul territorio di Basaluzzo e venne un po' frastornato
nelle sue mosse e doveva coprire le strade di Pasturana e Capriata.
La sinistra, forte di circa diciottomila uomini di fanteria Austriaca,
si estendeva da Pozzolo alla Scrivia, facendo fronte alla destra
Francese. La sua armata di riserva di otto battaglioni di granatieri,
tre o quattro di fanteria e sei squadroni di cavalleria restò
a Rivalta Scrivia guidata dal generale Melas. Il grosso nucleo di
Cavalleria che constava di diecimila cavalli era posto in seconda
linea di questi attacchi, quasi ugualmente ripartita. Questa era
la linea di battaglia tenuta la sera avanti della Campale degli
Austro-Russi .
Perplessità dalla parte francese nella sera avanti
la battaglia
Il generale in capo Joubert dei Repubblicani, era costretto ad
attaccarsi agli Austro-Russi, il tempo stringeva e non poteva occuparsi
e ricercare una posizione difensiva. L'aspetto delle immense forze
che stava contraposta, lo determinò a radunare a parlamento
in Novi la stessa sera ad ora avanzata, i Generali di Divisione
i quali tutti convennero. Col Joubert intervenne anche il generale
Moreau il quale da poco tempo aveva ceduto il comando a Lui e lo
seguiva quasi sincero amico suo personale e della Francia repubblicana
di cui era caldo difensore. A questo rapporto di guerra i generali
convocati decisero od espressero il loro parere, che colla inferiorità
specialmente della cavalleria che disponeva l'esercito Francese
sarebbe stato più che imprudente a calare nella vasta piana
dove il menomo rovescio avrebbe prodotto l'intiera disfatta dell'armata.
Soggiunge in proposito il generale, superstite Moreari, che salvò
l'armata francese in quella contingenza, in una lettera scritta
al ministro della guerra a Parigi il dì successivo della
battaglia, la quale mi sta dinnanzi: "Quantunque il Generale
in capo non mi abbia fatto positivo cenno dei suoi disegni, ho potuto
però avvedermi, che egli era deciso di non attaccare gli
Austro Russi, ma bensì a riprendere le sue prime posizioni,
aspettando che il movimento dell'armata delle Alpi lo sbarazzasse
d'una parte delle forze che le venivano opposte. Sciolse l'assemblea,
rimandando ciascheduno al suo posto, dicendo che avrebbero preso
qualche determinazione secondo i riscontri dell'indomani.
L'attacco sulla ala sinistra sul territorio di Basaluzzo
Già l'alba del giorno 15 Agosto 1799 si imporporava, sono
ormai le ore cinque ed i generali dei collegati e dei repubblicani
sono in sella, ciascuno percorre sulla fronte dei suoi guerrieri
per infondere coraggio e fede di vittoria nella propria bandiera.
Già s'odono il rullo dei tamburi e gli squilli delle guerreschi
trombe che si confondono coi nitriti dei cavalli che salutano i
primi raggi del sole che viene ad illuminare, poi, un orrenda strage
di morte! Una guida del'ordinanza venne a carica serrata ad annunciare
a Joubert ed al fido Moreau che l'ala stava sulle fini di Basaluzzo
(presso la regione di Sant'Antonio) era attaccata strenuamente dagli
Austriaci. A tale notizia Joubert e Moreua volano al luogo del pericolo
passando davanti ad una parte della destra. Giunti sul punto in
cui già era ingaggiata la battaglia Moreau fece osservare
al generale in capo alcune truppe mal collocate e troppo esposte
ai contrapposti: Joubert invitò all'istante il Moreau a ratificare
le posizioni da una parte ed egli per l'altra, Joubert rimase col
corpo di sinistra su di Basaluzzo che allora (ore sei e mezza) era
il più minacciato e pericolante, e Moreau si pose al centro
sulle fini di Novi in linea di Pasturana. Un bel nutrito fuoco di
moschetteria piomba ancora sulla sinistra dei Francesi e questi
rispondono con scariche di mitraglia, quel rombo si confonde da
Basaluzzo a Pozzolo, Joubert anima i soldati col grido "Viva
le Repubblica" percorrendo fila per fila e questo grido viene
interrotto dalla detonazione dei cannoni e dalla moschetteria che
da ambe le parti vomitavano morte.
Attacco su tutta la linea di battaglia
Erano allora quasi le ore sette mattutine, quando Moreau si avvide
che gli Austro-Russi facevano rapidi avanzamenti sulla sua destra,
sui pressi della Villa Catanietta, vedeva le sue truppe che si ritiravano
in molto disordine e questo riusciva a tutto vantaggio dei contrapposti
confederati, e tanto più pericoloso per i Repubblicani perchè
separava i corpi dei generali St. Cyr e Perignon. Ordinò
immediaamente al generale Colly, il quale stava all'estremità
sinistra della destra Francese di mandare due battaglioni per rimettere
l'attacco, contemporaneamente dalla sua parte fece marciare alcune
truppe che erano già collocate. Il generale Ferras potè
egualmente riunire le sue truppe che già rincullavano, e
le ricondusse sulle prime posizioni. Fu l'urto gagliardo, nè
meno gagliardo il riurto da ambe le parti. Grande strage si era
già fatta su di tutta la fronte delle due parti. La piegano
i soldati corridori di Francia e Joubert colla speranza di rimettersi
si spinge innanzi con la fanteria gridando col braccio , "Avanti,
avanti"... fu l'ultimo suo comando... Una palla, mandata, dicesi
da un esperto cacciatore Tirolese venne a por fine con un'onorevole
morte, ad una delle vite più onorevoli che siano mai state
colpite nel mezzo del cuore . Il generale in capo Joubert dopo brevi
istanti... morì. Erano circa le ore 7 ½ del mattino.
Spirando mormorava ancora... "Seguitate... a marciare la vittoria...
protegge la Francia!..." Circa le ore otto, giunse la notizia
a Moreau il quale indossava su di questo campo il semplice abito
di granatiere e vedendo che tutti venivano a chiedergli ordini credette
opportuno di assumere il supremo comando per salvare l'armata Francese.
La battaglia continuava accanita da ambi le parti allorchè
i russi si mossero su di Novi e questa posizione è in pericolo
di essere investita dal Suwarow generale in capo di essi. Allora
il generale di divisione Francese Watrin avendo sotto i suoi ordini
i generali di brigata, Petitot e Calvin discese al piano, attaccò
il fianco sinistro die russi, disimpegnò Novi che era difesa
dal generale Gardane e li battè. L'ardore delle truppe le
spinse ancor più lontano di qullo che non volessero i loro
generali. Il successore del generale in capo, Moreau appena ne ebbe
sentore si recò verso quest'attacco e vide il successo determinato.
Ritornò alla sinistra ove gli Austriaci ricominciarono il
loro attacco (verso Basaluzzo). Il generale Perignon gli fece sapere
che egli si sosteneva e di vegliare alla sua diritta. Allora il
Moreau fece marciare il generale Colly, le cui truppe contriuirono
con quelle del generale Lemoine a respingere gli Austriaci. Appena
le cose si furono ristabilite su di questo punto avvenne che i russi
con delle truppe fresche tentarono di assalire le brigate Quesnel
e Colly che formavano la sinistra del generale Laboissière.
L'artiglieria Francese di tal corpo era piazzata sopra le piattaforme
del generale Debelle sostenuto dalle truppe che la circondavano.
L'attacco dei Russi quantunque fosse impetuoso ed eseguito da considerevoli
forze, venne non di meno respinto da un fuoco di mitraglia e di
moschetteria vivissimo. Gli attacchi a sinistra si succedevano di
due ore in due ore a quelli della destra. Gli austro-russi si portavano
alternativamente alle due estremità ed i Francesi sino a
quell'ora conservarono le loro posizioni. Erano le ore tre incirca
dopo mezzodì e Novi e le brigate Quesnel e Colly erano nuovamente
attaccate. Il generale Watrin era sceso al piano per sostenerle,
e questo avvenimento avrebbe avuto il più completo successo.
Ma la Riserva di Rivalta Scrivia giunse lunghesso l'alveo del torrente
Scrivia, e guadagnò le piattaforme dietro la diritta Francese.
Un altro corpo venuto da Tortona, portossi del pari sopra Serravalle,
e forzò il generale Dombrowsks ad abbandonare il blocco di
questo forte. Le truppe del generale Watrin si portarono più
presto che fu possibile a tentare di arrestare questo movimento
che li scompigliava interamente; ma i suoi soldati stanchi oltremodo
per avere sostenute quasi dodici ore di combattimento non arrivarono
più in tempo: molti stramazzarono dalla fatica. Invece gli
Austro-Russi marciavano, perchè freschi e rifoccilati, con
una rapidità straordinaria per impadronirsi della strada
che da Novi mette a Gavi, e se questo movimento fosse interamente
riuscito l'armata Francese riusciva completamente perduta. Il generale
Saint-Cyr, per avvenuta aveva conservati tre battaglioni di riserva
al suo centro ed un piccolo corpo di cavalleria sotto gli ordini
del generale Guerin. Egli attaccò gli Austro-Russi nel momento
che andavano a stabilirsi sull'altipiano che fiancheggia la strada
di Gavi. La cavalleria Francese in tale emergenza sebbene in limitato
numero con una brillane carica riuscì ad arrestare l'impeto
dei contrapposti, fece prigioniero il Generale Lusignan e diede
tempo di evacuare Novi, e di ritirare tutte le truppe che trovavasi
ancora impegnate nella pianura.
A questo punto la sorte della giornata arride all'esercito
Austro-Russo
La posizione della sinistra e del resto della divisione Laboissiere
trovavasi in un estremo pericolo. L'artiglieria non poteva più
ritirarsi per Novi, e più non rimaneva che una strada per
Pasturana. Il generale in capo ordinò di riprendere Novi,
e mandò l'ordine al generale Perignon che trovavasi nei pressi
di Basaluzzo, di seguire il medesimo movimento in un con quello
di fare riprendere a tutte le sue truppe le loro primiere posizioni.
Il movimento di ritirata della parte di Basaluzzo cominciò
circa le ore cinque pomeridiane. Tutti i cassoni doppi, ed i pesi
meno necessari si diressero sopra Pasturana ed i generali Francesi
abbandonarono le piattaforme una mezz'ora dopo.
Fatto d'arme a Pasturana
Fatto d'arme a Pasturana La ritirata dei Francesi si svolgeva abbastanza
ordinata relativamente al pericolo di si supremo momento, ma un
forte corpo d'armata austriaca in quell'ora si spiccò da
Fresonara nella valletta di Sant'Antonio di Basaluzzo continuando
ad inquietare i Francesi. Questa colonna austriaca numerosa e fornita
di fani e cavalli che riuscì a porre dei considerevoli drappelli
sopra tutte le strade e ad arrestare la marcia del convoglio d'artiglieria
vicino a Pasturana, per cui succedette in questo villaggio un ingombro
di cannoni e di cassoni che fu causa del duplice danno all'armata
Francese; di arrestare la loro marcia; di disturbare il soldato
nella sua ritirata di produrre disordini come ora vedremo e di arrevare
alla desolata Pasturana tutti i danni che furono l'inevitabile conseguenza
della guerra guerreggiata nel suo paese. Si fecero avanzare in tutta
fretta alcune truppe francesi che riuscirono a sbarazzare le strade
ed il convoglio potè riprendere la marcia dopo un'ora di
conflitto mentre il grosso degli austriaci stavano alle spalle dei
francesi; intanto questi fecero passare una porzione di truppe pei
sentieri a destra ed a sinistra di Pasturana, ed alcuni dati alla
fuga si passarono pure in pieno disordine e ad onta dei loro capi.
I generali Perignon, Grouchi, e Colly tenevano fronte alla testa
di Pasturana e vi operavano dei prodigi di valore con un battaglione
del 68° e del 74°, il 6° reggimento d'usseri ed il 16°
dei dragoni. Ma soverchiati nel numero, ed impicciati dal convoglio
caddero in potere degli austriaci carichi di ferite. Moreau che
stava sui pressi di Pasturana, come lui stesso lo dice nella sua
lettera in principio di questo capo accennata, del 26 fruttidoro
(Agosto) datata da Cornigliano, conobbe l'impossibilità di
salvare tutta l'artiglieria, ed in proposito aveva spediti ordini
sopra ordini a quei generali di abbandonarla, ma sia che egli non
potessero eseguire, o che loro non pervenissero giacchè i
francesi erano accerchiati dagli austriaci comandati dal generale
Kray e già si faceva la notte, fu costretto anche lui a ritirarsi
sopra Gavi senza aver notizia di loro. Sperava tuttavia ancora l'ardito
ed intelligente generale che essi avrebbero potuto occupare la strada
di Capriata o quella di Acqui ove i Francesi avevano lasciate alcune
truppe. Sul tramonto del sole la povera Pasturana era occupata dagli
austriaci ed il sangue scorreva su quelle contrade, orrenda vista!
Le case venivano occupate battendosi a corpo a corpo e le tracce
ancor oggi si scorgono nella sacrestia parrocchiale di quel Comune
che visitai poc'anzi. Nel Palazzo e Castello degli Spinola l'armata
francese teneva un forte deposito di cassoni e di artiglieria non
che di affusti, e il tutto cadde in potere degli austriaci. Sui
pressi di esso castello evvi ancora una strada detta la moria per
tante vittime che per quella strada in si funesto griono la morte
ha mietute.
[ Perdite avvenute in questa battaglia da ambe le parti ]
Alle sette e mezza del mattino Joubert moriva colla speranza della
vittoria, Moreau alle 7 ½ della sera testimoniava vivente
la perdita!... però egli dimostrò grande occulatezza
col porre ancora in salvo l'armata per serbarla a miglior destini
che si svolgessero a Marengo l'anno dopo. Dei Francesi caddero morti
ben seimila e quattrocento, e quattromila, e quattromila furono
fatti prigionieri, perdettero oltre trenta cannoni e casse e materiale
in proporzione. Dei Tedeschi circa cinquemila morti rimasero sul
campo. Dei Russi circa novemila rimasero vittima di quella giornata
campale. Innumerevole fu in proporzione dei combattimenti il numero
dei feriti e dei cavalli perduti. Tutti i cadaveru Russi austriaci
e francesi avevano le ferite nelle parte anteriori, nessuno nelle
spalle quegli dei confederati apparivano nel volto calmi quelli
dei repubblicani torvi e minacciosi. Fu invero il giorno 15 Agsto
1799, giorno di tristezza e di raccapriccio per tutti i paesi che
si trovarono o nel raggio od in vicinanza di questa grande fazione
campale, e non fu solo quel giorno, chè la desolazione durò
molto tempo ancora, avvegnachè tutti questi paesi vennero
convertiti in tanti ospedali per i poveri feriti.
Dopo la battaglia dagli Austro-Russi viene impiantato un
ospedale a Basaluzzo
Il corpo sanitario degli austro-russi, ricevettero opportuni ordini,
dal generalissimo onde venissero immediaamente impiantati i necessari
ospedali da campo, e fu in quella triste occasione sera che tutti
il locale dell'ex convento S. Maria (del Fossato) colla chiesa ed
adiacenze, ad un tratto si convertirono in tanti giacigli di paglia
sopra i quali venivano man mano trasportati poveri feriti. Oh orrenda
vista a vedere quei miseri!... Intanto che i sanitari compievano
il pietoso loro compito, il zelante Prevosto Don Pacchiarotti ed
alcuni del clero di Basaluzzo si recarono la dove i bisogli spirituali
lo richiedevano confortando ed assolvendo i poveri moribondi. Poscia
il numero dei feriti essendo grande, vennero pur stabiliti ospedali
a Novi nella chiesa di S. Nicolò, in Fresonara, Bosco e Frugarolo
.
Fatti di crudeltà commessi dagli austro-russi su
inermi basaluzzesi
Mentre si svolgeva questa battaglia avvennero fatti crudeli per
parte degli Autro-Russi contro i cittadini Basaluzzesi i quali meritano
di essere rammemorati dalla storia. Certo Forlano Giuseppe detto
il Verrino o Vrin e certo Zuccotti Gian Giacomo, entrambi tenuti
in fama di persone denarose, da quei soldati, o forse che fossero
ritenuti partigiani dei Francesi, e perciò da loro considerati
come spie di questi; fatto stà ed è che da una pattuglia
Russa la quale già trovavasi a Basaluzzo, andata nelle abitazioni,
di questi disgraziati, dopo breve colloquio non inteso nè
da una parte nè dall'altra per la diversità di linguaggio
crudelmente spianarono il fucile su di quegli inermi cittadini e
gli freddarono.
La successiva cremazione dei morti sul campo di Novi-Pasturana
e Basaluzzo
Il sole ardente precipitava la putrefazione dei cadaveri, e l'eseguire
il pronto interro si rendeva difficile per essere il suolo indurito,
intanto l'aria si infettava ogn'or più, e l'orribile tanfo
durò per parecchio tempo . Allora si decise di farne la cremazione.
Sulla collina e sulla pianura, sugli alti di Santo Antonino di Basaluzzo
e sui piano di Pasturana si recarono tutti i cadaveri, e preparate
qua e le cataste di legna, sovra di essa vennero collocati quegli
umani resti, quindi vi si appiccòil fuoco alte fiamme si
innalzarono da quelle distruggitrici pire le quali velate da denso
fumo, pareva che si confondessero col cielo... orrenda cosa a vedersi!...
La vita, passarsi della morte, e la morte della vita!...
Peste avvenuta dopo la battaglia
Su per i fetenti miasmi, o per l'orrere prodotto da si sanguinosa
battaglia, o per la grande miseria che in allora dominava, si dovette
constatare in Basaluzzo lo sviluppo di una fatale pestilenza che
in pochi successivi mesi, cioè dall'agosto 1799 al gennaio
del 1800 mietè oltre centodieci vittime. Consimile memoria
avvenne anche in quel tempo a Fresonara, come ebbi a constare dagli
archivi Parrocchiali d'ambi i paesi. Anche il secolo decimo ottavo
volge al suo tramonto e resterà memorando all'Italia e di
triste memoria per Basaluzzo, ma chiede la meste elegia dei flagelli
e la dolorosa geremiade dei sofferti danni la di cui narrazione
ci fa sanguinare il cuore.